Armi del Kali

LE ARMI UTILIZZATE NEL KALI

L’insegnamento del Kali inizia con l’utilizzo delle armi; una volta che l’allievo ha acquisito una sufficiente esperienza vengono introdotte le tecniche a mani nude. Questa sequenzialità è esattamente il contrario rispetto a quanto accade in altre arti marziali, dove prima si insegna a combattere disarmati, ma è giustificato dal fatto che le tecniche eseguite a mani nude sono acquisite naturalmente attraverso gli stessi esercizi che contemplano l’utilizzo delle armi. L’arma, infatti, non è vista come un “oggetto”, ma come un’estensione del proprio corpo. La ragione è anche storica: nei tempi antichi, i guerrieri andavano in battaglia armati, e combattere a mani nude rappresentava l’ultima risorsa in caso di perdita della propria arma.

Molti sistemi di insegnamento si basano sull’utilizzo di due armi contemporaneamente: una coppia di bastoni, oppure un bastone ed un coltello di legno, oppure bastone e spada. Entrambe le mani sono impegnate: il praticante impara a muoverle in modo autonomo e si allena nell’ambidestrismo migliorando la propria coordinazione. Con le due armi si eseguono infatti sempre tecniche diverse: ad esempio con un bastone si colpisce la testa, con l’altro un braccio o il torace, e così via.

Le armi senza lama più utilizzate nel Kali sono:

  • Bastone: detto anche baston, olisi o yantok, è tipicamente fatto di legno di rattan e la sua lunghezza può andare dai 70 agli 85 centimetri. È un’arma economica, leggera e resistente, che presenta il vantaggio di non scheggiarsi in caso di rottura. Si tratta quindi di un’arma ideale nella difesa da spade e coltelli, e anche nell’addestramento il suo utilizzo è sicuro.
  • Bastone lungo: detto largo mano yantok, la sua lunghezza è di 85-110 centimetri circa.
  • Bastone corto: detto dulo y dulo, si tratta di un’arma molto piccola (12-21 centimetri di lunghezza) che si tiene nel palmo della mano.
  • Asta: il bankaw è un’asta lunga circa 180 centimetri che può essere impiegata per allenarsi con la spada.
  • Spada di legno: è una riproduzione lunga 30-35 centimetri.
  • Scudo: in filippino viene detto panangga.

Fra le armi dotate di lama troviamo invece:

  • Coltello: il baraw, detto anche daga, può essere utilizzato da solo, in coppia oppure appaiato con una spada o un bastone. Quest’arma può avere forme e dimensioni piuttosto variabili.
  • Coltello “a farfalla”: detto anche balisong, è un tipico coltello filippino il cui manico è diviso longitudinalmente in due sezioni che contengono la lama. Quando viene aperto, la lama rimane scoperta e le due sezioni ruotano richiudendosi a formare il manico.
  • Kris o Kalis: spada di origine indo-malese dotata di una caratteristica lama ondulata, e molto diffusa nelle province filippine meridionali.
  • Karambit: si tratta di un coltello di origine indonesiana a forma di artiglio, con un manico ricurvo nel quale si trova un foro circolare. Il coltello viene tenuto saldamente in mano facendo passare un dito all’interno di questo foro.
  • Bolo: simile ad un machete, in origine era uno strumento utilizzato nelle campagne. Nella provincia di Cebu ne esiste una particolare variante, detta pinuti.
  • Sundang: è una spada di origine indonesiana dotata di una lama ricurva.
  • Barang: spada dalla punta appiattita.
  • Kampilan: spada dalla doppia punta, tipica delle Filippine meridionali.
  • Binikoko: spada lunga.
  • Dinahong palay: spada dalla lama curva.
  • Sibat: lancia.

Infine, per quanto riguarda le armi “flessibili”, nel Kali si utilizzano:

  • Tabak-toyok: corti e spessi bastoni di legno uniti da una catena, simili ai nunchaku
  • Frusta: è costituita da un manico di 20-30 centimetri con una corda intrecciata lunga da uno a diversi metri. All’estremità della frusta è legata una striscia di pelle di 3-7 cm.
  • Sarong: striscia di tessuto che si indossa attorno alla vita.
  • Ekut: fazzoletto di tela.

Nel Kali si insegna anche ad utilizzare armi non convenzionali ed improvvisate, come ad esempio ombrelli, racchette da tennis, bottiglie, cacciaviti, biro, chiavi, ma anche telefoni cellulari, cinture, bandane, tazze e persino libri!

LE COMPETIZIONI DI KALI

Tradizionalmente una delle pratiche più importanti nell’Escrima di stampo tradizionale era il duello, attuato senza alcun tipo di protezione, che talvolta si concludeva con il ferimento grave o la morte di uno dei due contendenti. In tempi moderni questi duelli pubblici sono stati dichiarati illegali nelle Filippine, ma la tradizione è sopravvissuta grazie a combattimenti sportivi che non prevedono il contatto pieno fra gli avversari.

La più diffusa tipologia di competizione di Kali a livello internazionale si svolge nell’ambito del WEKAF (World Eskrima Kali Arnis Federation), anche se nelle Filippine esistono altre forme di agonismo come ad esempio l’ARPHI (ARnis PHIlippines). Il sistema del WEKAF si basa sull’assegnazione di punti a due contendenti che si affrontano armati di spessi bastoni, protetti da una casacca imbottita e un casco con griglia protettiva per il viso simile a quello utilizzato nel Kendo giapponese. Colpire al di sotto della cintura è proibito dal regolamento. Ogni volta che un atleta porta a segno una tecnica valida il suo punteggio aumenta, l’incontro termina al raggiungimento dei 10 punti; i punti sono assegnati da arbitri.

In patria questo tipo di competizione viene tuttora fortemente criticato perché, se da una parte consente di combattere in modo “legale”, dall’altra snatura quasi del tutto la filosofia del Kali. Nelle gare infatti gli atleti si attaccano senza soluzione di continuità allo scopo di segnare punti, ma tralasciano l’aspetto fondamentale del Kali: l’autodifesa. Le tecniche tradizionali del Kali insegnano infatti a difendersi dagli attacchi, ma non trovano posto nelle competizioni odierne che, viste da fuori, danno l’impressione di consistere solo in due combattenti che se le danno di santa ragione in modo disordinato. Dal momento che inoltre si utilizzano bastoni in legno, ferite e fratture fra i combattenti sono all’ordine del giorno.

Il sistema ARPHI, invece, prevede l’utilizzo di bastoni più sottili (un centimetro di diametro) ricoperti di gommapiuma e studiati per rompersi prima di causare seri danni fisici. Anche le protezioni per i partecipanti sono più efficaci e comprendono casco, conchiglia per gli uomini e pettorale imbottito per le donne (utilizzabile da entrambi i sessi), paratibie, ginocchiere, protezioni per i piedi e per gli avambracci. Le competizioni sono simili a quelle della scherma, dove i praticanti vengono separati ogni qualvolta viene segnato un punto.